Del bellissimo progetto del Calendario del cibo italiano, che ha preso il via il primo gennaio 2016, promosso dall’Associazione Italiana Food Blogger, già vi ho parlato diverse volte nei miei ultimi post. In base a questo calendario oggi inizia la Settimana nazionale del Carnevale, nel corso della quale verrà approfondito il tema della gastronomia italiana collegata a questo particolare periodo dell’anno. Il Carnevale, nel calendario liturgico-cristiano, si colloca tra l’Epifania e la Quaresima, e termina il Martedì grasso, quello che precede il Mercoledì delle Ceneri. Il significato etimologico della parola Carnevale, secondo l’ipotesi più attendibile, sembra derivare dall’espressione latina “carnem levare”, con riferimento alla prescrizione ecclesiastica dell’astensione dal consumo della carne durante la Quaresima. Le origini di questa festa popolare sono molto antiche, gli studiosi le fanno risalire alle feste dei Saturnali nell’Antica Roma, durante le quali era previsto l’utilizzo delle maschere. A queste feste pagane, in onore del dio Saturno, prendevano parte sia nobili che plebei, con un vero e proprio rovesciamento delle classi sociali, favorito dai travestimenti che impedivano il riconoscimento delle persone, le quali potevano lasciarsi andare ad ogni tipo di comportamento sfrenato.
Le maschere italiane più famose, come Arlecchino, Pulcinella, Colombina e Pantalone, nacquero all’interno della cultura popolare, rappresentando vizi e virtù non solo del popolo, ma anche di nobili e borghesi. Il Carnevale, precedendo un lungo periodo di penitenza, oltre a feste mascherate, sfilate di carri allegorici e danze, è caratterizzato da una ricca gastronomia che, nelle varie regioni italiane, prende la forma di tantissime specialità locali, una più golosa dell’altra. Solo per citarne alcune, troveremo il berlingozzo e la schiacciata alla fiorentina in Toscana, i krapfen in Alto Adige, le frìtole a Venezia, la cicerchiata in Umbria Marche ed Abruzzo, gli arancini di carnevale nelle Marche e i Ravioli dolci di S. Apollonia in Brianza. Qui in Emilia-Romagna i dolci più tradizionali sono le frittelle di riso (un tempo realizzate con gli avanzi), le tagliatelle fritte, gli intrigoni reggiani (molto simili alle chiacchiere), le castagnole, presenti anche nel famoso ricettario di Pellegrino Artusi e da lui definite “tipiche delle Romagne”, le chiacchiere e i tortelli dolci. Per approfondire l’argomento vi consiglio di andare subito a leggere l’articolo pieno di curiosità scritto da Ilaria Talimani del blog Soffici, ambasciatrice della Settimana del Carnevale, alla quale partecipo come contributor con i miei tortelli dolci emiliani. Questa è esattamente la ricetta che seguiva mia nonna (ereditata dalla mia bisnonna) quando li preparava per mia mamma, la stessa che mia mamma preparava per me e mia sorella, e la medesima che preparo io per i miei figli, senza aver mai cambiato neanche mezzo ingrediente. Ritrovare in questi tortelli il sapore che avevano nella mia infanzia, è una delle cose più magiche e commoventi del cucinare.
Tortelli dolci di Carnevale
Ingredienti
- 400 g di farina debole di grano tenero (W150/170)
- 100 g di fecola di patate
- 200 g di zucchero semolato
- 2 uova a temperatura ambiente
- 150 g di burro freddo
- 8 g di lievito per dolci
- la scorza grattugiata di un’arancia non trattata
- 1 cucchiaio di Marsala dolce (facoltativo)
- 200 g di confettura di prugne
- latte q.b.
- zucchero a velo q.b.
Istruzioni
- Sulla spianatoia setacciare la farina, il lievito e la fecola di patate. Aggiungere lo zucchero e la scorza dell’arancia, mescolare e fare la fontana. Al centro mettere il burro freddo tagliato a pezzettini.
- Con la punta delle dita lavorare il burro insieme alle polveri, fino ad ottenere un impasto sbriciolato. Aggiungere le uova e il cucchiaio di Marsala, quindi impastare con le mani per rendere l’impasto omogeneo. Se dovesse risultare troppo asciutto aggiungere un paio di cucchiai di latte. Avvolgere in pellicola trasparente e far riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
- Su un piano di lavoro leggermente infarinato stendere l’impasto con il mattarello ad uno spessore di 2-3 millimetri. Con un coppapasta rotondo di 10 cm di diametro ritagliare dei cerchi. Al centro di ognuno adagiare un cucchiaino e mezzo di confettura di prugne, quindi chiudere i cerchi piegandoli a metà (ottenendo delle mezzelune), premendo bene i bordi per farli sigillare. Utilizzare l’apposito stampino per ottenere i caratteristici bordi sagomati.
- Disporre i tortelli in due teglie ricoperte da carta da forno, lasciandoli ben distanziati l’uno dall’altro per evitare che si incollino durante la cottura
- Infornare una teglia per volta in forno statico preriscaldato a 185° per circa 12/15 minuti, fino a quando i tortelli risulteranno leggermente dorati ma ancora morbidi
- Estrarre dal forno, lasciare raffreddare e cospargere di zucchero a velo
10 Comments
Ilaria
Innanzitutto mi piacciono tantissimo le ricette tramandate, sono quelle che ti scaldano il cuore e ti danno sempre sicurezza.
Poi la tua mi piace assai, soprattutto l’idea di metterci la marmellata di prugne ?
Afrodita
Grazie Ilaria, sei stata una perfetta ambasciatrice per la Settimana del Carnevale! Le ricette di famiglia sono dei punti fermi, delle ancore di salvezza, nelle quali ci si ritrova, ci si riconosce e che non si cambierebbero per nulla la mondo. Sono perfette così, nella loro semplice bontà.
Alice
Bella questa ricetta di famiglia, uno di quei dolci semplici e pure buonissimi ai quali non so resistere.
Afrodita
Ciao Alice, sono proprio d’accordo con te: se c’è una cosa alla quale non posso rinunciare, e che sceglierei in mezzo a tante ricette più raffinate o complicate, è proprio la ricetta di famiglia.
Patty
Cara Susanna, sono meravigliosi, punto.
Mi hai fatto venire una voglia incredibile di rifarli.
Peccato che oggi è l’ultimo giorno utile…ma vero che posso farli quando voglio? Sono bellissimi e poi io adoro la marmellata di prugne.
Un bacione, Pat
Afrodita
Ma grazie cara Patty, e dai uno strappo alla regola di può anche fare, falli pure quando ti pare, e gustateli fino in fondo 😉
Un bacione grande
speedy70
Quanto sono golosi, perfetti per festeggiare il carnevale!!!!
Afrodita
Grazie cara Simona!!!
fausta lavagna
uhhh… mi fermo incantata! E’ bellissima questa tradizione tutta femminile di tramandarsi le ricette di famiglia, anche i tuoi figli la seguiranno 🙂 E l’incanto, oltre che per il racconto ed il significato che assume per te questo piatto, è anche per la ricetta in sè, che dev’essere molto molto golosa. E la marmellata di prugne? Ecco la ciliegina sulla torta!
Afrodita
Ciao carissima Fausta, spero con tutto il cuore che anche i miei figli, un giorno, preparino questi stessi tortelli per i loro bambini, e che lo facciano con il mio stesso sentimento. Un pò di amore per la cucina mi sembra che lo stiano assimilando di riflesso, tutte le volte che mi vedono ai fornelli. Il più piccolino cucina con me da sempre, da quando lo tenevo nella fascia e intanto impastavo la pizza, e da allora non manca mai sullo sgabello vicino a me quando c’è da preparare qualcosa di buono. Anche nella preparazione di questi tortelli lui è stato il mio fedele aiuto cuoco, con tanto di grembiule. Il grande invece è il mio assaggiatore ufficiale, e vedo che a furia di sentirmi parlare di cibo, anche lui sta imparando a conoscerlo e a dargli il giusto valore, e ogni tanto mi chiede di insegnargli a cucinare qualcosa. Queste per me sono piccole grandi soddisfazioni!
Un bacione