Non ho mai visto l’MTChallenge come una sfida. Come un’opportunità di crescita, come un importante momento di confronto, come uno stimolo a migliorare, ad aguzzare l’ingegno per creare qualcosa di profondamente mio, e ad accendere la fantasia. Ma mai come una sfida. Non cucino per mettermi in competizione, o per compiacere qualcuno, ma semplicemente perché mi diverto. Mi piace cucinare divertendomi, e cucinare è per me un modo di coccolare le persone che amo, e a volte è stato anche un modo per distrarmi e superare momenti difficili. Quando mi metto ai fornelli, lo faccio esclusivamente per passione, cercando di restare fedele ai miei principi e alla mia filosofia di cucina. Per cucinare devo essere ispirata, e se c’è una cosa che odio sono le mode e le tendenze del momento. Preferisco di gran lunga una zuppa di fagioli realizzata con rigore e rispetto per la tradizione e per le materie prime, a mille torte “fluffose” che adesso impazzano sul web (non ho niente contro le “fluffose”, sia chiaro, era solo per fare un esempio). Anche per questa proposta per la sfida n. 54 dell’MTChallenge ho dovuto aspettare l’ispirazione, ed è arrivata un sabato mattina pieno di sole al mercato degli agricoltori della mia città, galeotte le colline parmensi rispuntate all’orizzonte dopo giorni di nebbia e grigiore. Una ricetta semplice e genuina, tutta improntata sui prodotti del mio territorio, provenienti da piccole aziende, encomiabili per il sacrificio con il quale cercano di restare a galla, lottando contro i colossi della grande distribuzione, e la globalizzazione.
Ovviamente lo spunto iniziale l’ho avuto grazie ad Eleonora e Michael, coautori del blog Burro e Miele, che hanno lanciato il guanto della sfida scegliendo non una ricetta precisa, ma un ingrediente magico e prezioso, da utilizzare in preparazioni dolci e salate: il miele. Per millenni il miele ha rappresentato l’unico dolcificante utilizzato dall’uomo, e le prime tracce di arnie risalgono addirittura al sesto millennio a.C.. Gli Egizi usavano deporre accanto alle mummie dei vasi ricolmi di miele, utili per il viaggio nell’Aldilà, la medicina ayurvedica lo utilizzava già tremila anni fa, mentre i Greci lo consideravano “cibo degli dei”. Parlare di miele è molto riduttivo, perché esistono numerosissime varietà, in base alle specie vegetali che hanno visitato le api per nutrirsi. Il miele che ho scelto è di erba medica dei colli parmensi, riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale, e prodotto da una piccola azienda biologica. Si tratta di un miele di colore ambrato, che cristallizza a pochi mesi dalla raccolta, con un aroma e un odore di media intensità, caratterizzato da una notevole acidità. L’odore ricorda il fieno appena tagliato. Dall’erba medica, di cui si nutrono le mucche, sono arrivata alla ricotta di un caseificio dell’Alta Val Ceno, ottenuta con lo stesso latte del Parmigiano Reggiano. L’illuminazione definitiva però l’ho avuto vedendo nelle cassette del mercato delle bellissime asprelle appena raccolte, che qui a Parma chiamiamo in dialetto “spréli”, e che non sono altro che il tarassaco. Un tempo, dalle mie parti, appena l’aria tornava a farsi tiepida, e le erbe spontanee ricominciavano a spuntare nei campi e nei fossi, le donne (le rezdore) uscivano di casa armate di coltello e della loro “càvagna” (borsa), e si apprestavano a raccogliere le sprelle, arte antica appresa dalle loro nonne.
Ritornando alla mia ricetta, ho immaginato di abbinare il gusto ferroso e amarognolo del tarassaco a quello dolce del miele di erba medica, seguendo il filo rosso dei campi e del loro profumo. Ho accostato il Provolone Valpadana stagionato, quindi leggermente piccante, alla dolcezza della ricotta vaccina, ho aggiunto solo qualche bacca di pepe rosa alla salsa per dare un pò di sprint con una nota piacevolmente piccante, ed in ultimo, come elemento croccante, ho scelto le noci, sempre dalle mie colline. La salsa al miele e pepe rosa è risultata delicata, per niente invasiva, una vera scoperta, ed è stato il modo perfetto per chiudere il cerchio. Ora vi lascio (finalmente penserete voi!) alla mia proposta, ma prima un bellissimo aforisma di Ernest Hemingway:
“Non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a qualcun altro, la vera nobiltà consiste nell’essere superiore a chi eravamo ieri”.
Gnocchi “ad spréli” con miele delle mie colline
Ingredienti
Per gli gnocchi
- 600 g di ricotta fresca vaccina
- 400 g di asprelle appena raccolte (più conosciute come tarassaco o cicoria selvatica)
- 100 g di Provolone Valpadana piccante
- 1 uovo possibilmente da allevamento all’aperto
- 6 cucchiai circa di farina di farro
- pepe nero da macinare
- sale
Per la salsa al miele
- 35 g di burro
- 3 cucchiaini scarsi di miele di erba medica (il mio biologico dei colli parmensi)
- qualche bacca di pepe rosa
Per ultimare
- 8 gherigli di noci
- qualche bacca di pepe rosa
Istruzioni
- Mondare le asprelle, staccandole dalla radice ed eliminando la parte più dura dei gambi, conservando le foglie più tenere (con questi scarti si può effettuare un decotto depurativo oppure ottenere un brodo nel quale lessare dei legumi). Lavare le foglie sotto acqua corrente e metterle in padella ancora umide, senza aggiungere grassi. Cuocere con il coperchio fino a quando non risultino tenere, salando a metà cottura e aggiungendo un pò di acqua per non farle bruciare. Se alla fine dovessero essere ancora umide cuocere qualche minuto senza il coperchio per farle asciugare. Tritare grossolanamente in un mixer e tenere da parte.
- In una terrina schiacciare la ricotta ben scolata con i rebbi di una forchetta, aggiungere le asprelle tritate, il Provolone tritato, l’uovo, pepe nero macinato al momento e una presa di sale. Mescolare per amalgamare tutti gli ingredienti, quindi aggiungere la farina un cucchiaio alla volta, fino ad ottenere un composto un pò più sodo, ma sempre molto morbido (la quantità della farina può variare in base al grado di umidità di ricotta ed asprelle).
- Su una spianatoia infarinata realizzare dei salsicciotti con delle porzioni di impasto e tagliarli a pezzetti con un coltello per ottenere gli gnocchi. Passare gli gnocchi brevemente tra le mani per conferire una forma sferica.
- Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata in leggera ebollizione.
- Nel frattempo tritare i gherigli di noci e tostarli in una padella antiaderente.
- In un pentolino far fondere il burro, aggiungere alcuni grani di pepe rosa pestati in un mortaio e a fuoco spento il miele di erba medica (in questo modo il miele non viene eccessivamente scaldato e non perde i suoi preziosi principi). Mescolare per ottenere una salsa omogenea.
- Scolare gli gnocchi con un mestolo forato, aspettando un paio di minuti da quando vengono a galla, e disporli direttamente nei singoli piatti.
- Irrorare gli gnocchi con la salsa al miele, cospargere con le noci tostate e decorare con qualche grano di pepe rosa intero.
16 Comments
tritabiscotti
Molto invitanti.. sarà perchè amo gli gnocchi ma mi ci fionderei subito!
GUsti particolari e dall’attento abbinamento: mi piacciono tantissimo!
Brava!
Afrodita
Anch’io amo gli gnocchi, in ogni versione e gusto. Quelli di ricotta li trovo speciali per la loro consistenza morbida, quasi cremosa.
Grazie e un bacione
Mariella
Sai che non ho mai provato il tarassaco? Per questo, i tuoi gnocchi m’incuriosiscono tantissimo e, da come li descrivi, credo proprio che mi piacerebbero
Afrodita
Allora devi provarlo assolutamente, anche perchè la stagione migliore inizia proprio ora. Il tarassaco è ottimo anche nelle minestre, nelle zuppe e nelle polpette. Un ingrediente da riscoprire.
Caterina
Ciao! Non avevo mai sentito il miele di erba medica e ti ringrazio per avermelo fatto scoprire. MtChallenge è anche questo, continua scoperta 🙂 Complimenti per la ricetta, un assaggio di primavera!
Afrodita
Non è un miele che si trova facilmente al supermercato, è tipico di queste zone, dove ci sono tantissimi campi coltivati ad erba medica. Lo puoi trovare nei mercati della terra o degli agricoltori.
Grazie
Eleonora
E non sai quanto concordo con tutto quello che hai scritto. E ti farei un monumento solo per quello. No alle mode in cucina, sì all’ispirazione, al seguire la stagionalità, alla creatività e alla passione che porta il creare una ricetta durante una passeggiata al mercato. Come questa.
Questi gnocchi sanno di genuino, di campagna, di sapori nostri dettati dal tuo pensiero, dalla tua riflessione.
Abbinamenti che seguono un filo logico e che, secono noi, sanno anche un po’ di poesia.
MTC non è una sfida, è una scuola. Una scuola anche di umiltà e di approccio al cibo vero e pensato.
E mi sa tanto che tu sei promossa. 🙂
Grazie!
Afrodita
Ti ringrazio Eleonora, questo tipo di promozione è quella che vale più di tutto. E sapevo che tu avresti avuto la sensibilità per condividere la mia filosofia e capire la mia ricetta. Il messaggio è arrivato e questo mi rende molto soddisfatta.
Paola
Nonostante il mio disamore per il miele questa ricetta la immagino ben bilanciata dall’amarognolo del tarassaco..bella idea unita a ciò che offre il territorio!!
Complimenti!!
Afrodita
Non è facile immaginare una ricetta quando non si ama uno degli ingredienti. E’ così per me con le melanzane: non mi piacciono e faccio fatica a cucinarle. Ma non è una colpa. E tu sei stata brava a superare questo tuo limite partecipando comunque alla sfida.
Fabiana
Sembrano piccoli, deliziosi, rassicuranti pasticcini ed invece rivelano una personalità importante ed un gusto “prepotente” ed intenso.
Il tarassaco fa quel che gli pare nel mio orto ed io lo ficco un po’ ovunque, soprattutto nelle insalate.
L’idea dei gnocchi è molto elegante, mi piace molo!!!
Afrodita
I tuoi complimenti valgono doppio perchè, come già ti ho detto, penso che tu sia una cuoca eccezionale, con delle capacità innate.
Quindi grazie, anche per aver colto quello che era il mio intento, cioè presentare gli gnocchi come se non lo fossero, dando l’idea di
qualcosa di dolce, proprio tipo dei pasticcini. E la tua sensibilità ha fatto centro.
alessandra
io ti adoro.
te l’ho già detto?
pazienza 🙂
Afrodita
Allora si tratta di un’adorazione reciproca, of corse 😉
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