Secondo il Calendario del Cibo Italiano, ci troviamo nella Settimana dedicata agli avanzi, ed oggi si festeggia la Giornata nazionale dei canederli, grossi gnocchi di pane raffermo, molto diffusi nella cucina tedesca con un numero sterminato di varianti e di nomi differenti, mentre in quella italiana sono presenti unicamente nelle cucine regionali del Trentino Alto-Adige, del Friuli, dell’alto Veneto e dell’alta Valtellina. Si tratta di un piatto molto antico, tipico della cucina contadina, basato sul principio del riciclo, sia del pane vecchio, che di altri ingredienti, come formaggi o fondi di salumi. Sul sito dell’Associazione Italiana Food Blogger non perdetevi il meraviglioso articolo scritto da Solema Cereser del blog La cucina di nonna Sole, corredato da un bellissimo corollario di ricette ad opera dei vari contributors. Anch’io ho voluto dare il mio piccolo contributo, celebrando i canederli con una ricetta non facente parte della tradizione, quindi al di fuori del loro contesto storico e geografico, rispettandone però il carattere rustico e l’origine povera, utilizzando gli eccellenti prodotti del mio territorio. Primo fra tutti la spalla cotta di San Secondo, che è la più antica specialità del parmense, risalente al 1170. Il famoso compositore Giuseppe Verdi, originario di queste zone, ne era ghiotto ed amava regalarla ai suoi più cari amici. Senza dimenticare il provolone Valpadana, formaggio D.O.P. a pasta filata, che ha iniziato ad essere prodotto nella Pianura Padana verso la fine del 1800, ed infine il nobile Parmigiano Reggiano, con stagionatura di 36 mesi.
Canederli all’emiliana
Ingredienti
Per il brodo di Cappone
- metà Cappone possibilmente ruspante già eviscerato e fiammeggiato
- 3 carote
- 2 coste di sedano
- 1 cipolla
- 4 chiodi di garofano
- 4 grani di pepe nero
- sale marino integrale
- 3 litri di acqua
Per i canederli
- 300 g di pane raffermo con crosta non troppo croccante
- 200 ml di latte fresco intero a temperatura ambiente
- 2 uova da allevamento a terra a temperatura ambiente
- 150 g di spalla cotta di San Secondo
- 50 g di parmigiano reggiano 36 mesi
- 50 g di provolone Valpadana piccante D.O.P.
- 1 cucchiaio di farina di grano tenero semi-integrale
- mezzo cucchiaino di sale marino integrale fino
- noce moscata q.b.
- pepe nero q.b.
- un mazzetto di erba cipollina fresca
Istruzioni
- Preparare il brodo mettendo in una pentola capiente il cappone, le carote e il sedano mondati e lavati, la cipolla pelata, i chiodi di garofano e i grani di pepe, versare sopra l’acqua fredda ed accendere il fuoco. Raggiunto il bollore abbassare il fuoco al minimo e proseguire la cottura per almeno 2 ore, schiumando il brodo quando necessario
- A cottura ultimata prelevare il cappone e le verdure, filtrare il brodo in un colino ricoperto con garze sterili e dividere il brodo in due pentole (una servirà per cuocere i canederli, l’altra per avere del brodo limpido con il quale servirli, questo non significa buttare il primo brodo, ma recuperarlo in un secondo momento per altre preparazioni, filtrandolo con una garza).
- Nel frattempo tagliare il pane raffermo in piccoli cubetti di circa 1 cm e metterli in una ciotola molto ampia
- Sbattere le uova ed unirle al latte, mescolare e versare il composto sopra il pane. Mescolare e lasciare riposare per circa mezz’ora, mescolando di tanto in tanto. Alla fine, se il pane dovesse sembrare troppo asciutto trattenersi dall’aggiungere subito altri liquidi, prima saggiarne la consistenza con le mani, deve risultare morbido, umido ma non inzuppato e compattandolo non deve essere troppo appiccicoso
- Tagliare la spalla cotta a piccoli cubetti, circa di 1 mm, ed aggiungerla al pane (i pezzi devono essere molto piccoli per non rendere disomogenei i canederli)
- Aggiungere anche il parmigiano reggiano grattugiato fine, il provolone grattugiato in una grattugia a fori larghi, due cucchiai abbondanti di erba cipollina tagliata a pezzettini con una forbice da cucina, il sale, una generosa spolverata di noce moscata e di pepe nero al mulinello e mescolare velocemente. Infine aggiungere la farina ed amalgamare tutti gli ingredienti con le mani, distribuendoli in modo uniforme, compattando e pressando bene. Il composto dovrà risultare colloso, resteranno dei piccoli pezzi attaccati alle dita.
- Scaldare le due pentole con il brodo, regolare di sale e portare e leggero bollore
- Formare un primo canederlo di prova, inumidendo le mani e prendendo una porzione di impasto, prima roteando e poi pressando per dargli la forma di una sfera di circa 4 cm. Metterlo a cuocere nel brodo in leggera ebollizione per 5 minuti, e verificare che rimanga integro, non deve sfaldarsi, al massimo può staccarsi qualche pezzettino di pane. Se il canederlo dovesse rompersi significa che l’impasto è troppo umido, quindi aggiungere all’impasto un pò di pangrattato e ripetere il test della cottura. Superato il test prelevare il canederlo dal brodo, e assaggiarlo per verificarne la consistenza (devono essere compatti e non spugnosi) e il sapore.
- Procedere a formare i restanti canederli e cuocerli sempre nel brodo in leggera ebollizione per circa 5 minuti, evitando di ammassarli nella pentola, cuocendoli in due volte. Non lasciare i canederli nel brodo in ebollizione oltre il tempo indicato, pena la loro disfatta, ma prelevarli subito con una schiumarola.
- Servire coperti fino a metà con il brodo limpido tenuto da parte in caldo, aggiungere erba cipollina fresca a piacere e scaglie di provolone grattugiato sul momento
18 Comments
sabrina
Accidenti che piatto! Tutti prodotti di qualità e chi li conosceva! Tradizione e territorio al massimo, complimenti!
Afrodita
Grazie Sabrina, quando si utilizzano prodotti scelti, di qualità, attingendo al proprio territorio, non si possono che ottenere ottimi risultati!
alessandra
E’ vero che la gastronomia italiana è immensa nella sua tipicità regionale: ma quando gli scambi sono di questo genere, si sale ancor più di livello. Bellissima interpretazione,complimenti!
Afrodita
Ti ringrazio Ale, il tuo parere è sempre molto importante per me, e sono felicissima di aver contribuito a questo progetto così importante e stimolante!
Francesca
Sicuramente sono da provare 🙂
Afrodita
Confermo, se li provi te ne innamori 😉
Giorgia
Mi piace molto scoprire le “varianti regionali” dei piatti della tradizione. Che bella ricetta, grazie!
Afrodita
Grazie mille Giorgia, le varianti regionali sono infinite, e sono sempre delle belle scoperte!
Donatella
I tuoi ingredienti mi incuriosiscono molto, vorrei proprio provarli, anche in questa occasione ho imparato ,grazie mille, splendida ricetta
Afrodita
In cucina c’è sempre tanto da imparare, non si finisce mai. Grazie a te, e se li provi fammi sapere se ti sono piaciuti 😉
Laura Adani
La mia parte emiliana esulta con questa ricetta!
Mentre spiegavi la ricetta, leggendoti, assaporavo gli ingredienti uno ad uno, immaginando il risultato finale e quel brodo di cappone… guarda, mi hai travolto completamente!
Complimenti !
Pippi
Afrodita
Wow, non so che dire…le tue parole ed il tuo entusiasmo mi rendono davvero felice, felice di averti piacevolmente “travolta”. Grazie e ancora grazie
Candida De Amicis
Bella interpretazione con i prodotti del territorio . Non conosco il prosciutto di San Secondo, nonostante le sue origini così antiche, grazie per averne parlato!
Afrodita
E’ impossibile conoscere tutti i prodotti tipici italiani, ma grazie al Calendario del cibo italiano avremo la grande possibilità di ampliare i nostri orizzonti. Per me è stato un vero piacere parlarne!
Cristina
Che bello conoscere le specialità di tutte le regioni. Il calendario si sta rivelando un’esperienza unica! Bellissima la tua presentazione
Afrodita
Hai detto bene, il calendario è un’esperienza veramente unica, una grande occasione per imparare, conoscere ed approfondire!
Fausta
con prodotti così “scelti” i tuo canederli devono essere eccezionali! E’ bello rivisitare i piatti tradizionali, cambiandoli in base al proprio estro, utilizzando le eccellenze del proprio territorio. Solo così acquistano un sapore del tutto unico. Un bacio 🙂
Afrodita
E’ bello rivisitare senza stravolgere, rispettando il principio del piatto originale, ed utilizzando le eccellenze del proprio territorio, quei prodotti che si conoscono ed amano fin da piccoli, tutto ha un sapore speciale….come dici tu unico, perchè racconta la nostra storia.